Economia pugliese e gap digitale: come colmarlo

L'economia pugliese presenta un gap digitale da colmare. Questo è ciò che risulta in seguito alla pubblicazione del rapporto annuale sull'economia della Puglia, all'interno della serie Economie regionali – che ha lo scopo di presentare studi e documentazione sugli aspetti territoriali dell'economia italiana – la Banca d'Italia fornisce un quadro d'insieme con punti cardine.
Il quadro macroeconomico
La crisi generata dall’epidemia ha avuto pesanti ripercussioni sull’economia regionale. Secondo quanto stimato dall'indicatore trimestrale delle economie regionali (ITER) sviluppato dalla Banca d’Italia, l’attività economica si sarebbe contratta di circa l’8 per cento nel 2020, in misura lievemente più contenuta rispetto alla media nazionale.
Iniziato nel primo trimestre, il calo è stato particolarmente pronunciato nel secondo, durante la fase delle restrizioni più stringenti, per poi ridursi in quello successivo, e tornare nuovamente ad ampliarsi nel quarto.
Le imprese
Il 2020 è stato un anno di forte calo delle vendite in Italia e all'estero per le e imprese industriali pugliese: infatti la pandemia ha fatto registrare forti conseguenze su quasi tutti i settori produttivi, ad eccezione dei comparti legati all’alimentare e alle utilities. Anche nel terziario la diminuzione del fatturato è stata molto marcata, soprattutto per il commercio non alimentare, i trasporti e i servizi connessi al turismo.
Da marzo 2020 infatti c'è stata una drastica diminuzione di presenze e arrivi dei visitatori; il calo è proseguito per tutti i restanti mesi del 2020, anche se l’allentamento delle misure restrittive e il miglioramento del quadro epidemiologico in estate hanno consentito di attutire la caduta nel terzo trimestre.
Per quanto riguarda il settore delle costruzioni, anche in quest'ultimo l’attività si è contratta, sebbene in misura meno marcata rispetto all'industria e ai servizi, grazie alla ripresa degli investimenti in opere pubbliche.
Nell'agricoltura il valore aggiunto è diminuito, risentendo anche della ciclicità della produzione olearia e dell’impatto della crisi sanitaria sulle attività secondarie, fra cui quelle legate al turismo.
Il mercato del lavoro e le famiglie
Nel 2020 le ripercussioni sull'occupazione sono state mitigate dai decreti emergenziali, che hanno introdotto il blocco dei licenziamenti ed esteso la cassa integrazione a categorie di lavoratori prima escluse. L’occupazione si è pertanto ridotta in misura inferiore rispetto all'attività economica, il cui andamento si è invece riflesso in una forte contrazione delle ore lavorate e in un aumento del ricorso alla cassa integrazione.
L’emergenza sanitaria e le misure di contenimento, hanno inoltre contribuito a ridurre il numero di lavoratori in cerca di occupazione, aumentando conseguentemente gli inattivi. Anche i redditi delle famiglie si sono ridotti, sebbene il calo sia stato molto limitato dalla crescita dei trasferimenti pubblici.
La dinamica negativa dei redditi, le restrizioni alla mobilità e l'incertezza hanno inciso sui consumi, che sono calati in misura più intensa rispetto al reddito, favorendo un aumento del risparmio aggregato delle famiglie. Inoltre, le richieste dei mutui si sono lievemente ridotte rispetto al 2019, per effetto della flessione nel primo semestre dovuta all'andamento negativo del mercato immobiliare.
Il mercato del credito
I prestiti all'economia pugliese hanno subito un'accelerazione: ciò è stato dovuto all’andamento della domanda, risultata in forte aumento per le imprese e in rallentamento per le famiglie. Gli indicatori sulla qualità del credito hanno mostrato un quadro articolato.
Il flusso dei nuovi crediti deteriorati è diminuito, beneficiando, oltre che delle misure di sostegno a imprese e famiglie, anche della flessibilità delle regole di classificazione dei finanziamenti. L’incidenza dei prestiti deteriorati sullo stock è calata per effetto sia dell’aumento dei finanziamenti complessivi sia del calo dei crediti in sofferenza, quest’ultimo riconducibile soprattutto alle operazioni di cessione.
Il clima di incertezza, le misure pubbliche di sostegno, l’aumento del risparmio delle famiglie e il rinvio degli investimenti del settore produttivo hanno pertanto favorito un’accelerazione dei depositi, particolarmente pronunciata per le imprese.
La finanza pubblica decentrata
Durante la pandemia sono aumentate le risorse messe a disposizione degli enti territoriali pugliesi, grazie anche a maggiori trasferimenti statali destinati a fronteggiare l’emergenza sanitaria e la crisi economica. Tali entrate, insieme a stanziamenti di risorse proprie della Regione e alla riprogrammazione dei fondi comunitari, hanno consentito di incrementare la spesa corrente.
Fra le principali voci di spesa in aumento rientrano i trasferimenti alle famiglie per il sostegno al reddito e ai consumi, quelli alle imprese per il sostegno alla liquidità e la spesa sanitaria. L’aumento di quest’ultima è in larga parte riconducibile alle spese legate all'emergenza sanitaria, in particolare a quella per gli acquisti di beni e servizi e alla spesa per il personale, a sua volta cresciuta soprattutto per effetto delle nuove assunzioni.
La crisi pandemica ha reso necessario rafforzare anche l’assistenza sanitaria territoriale, che maggiormente è stata coinvolta nella gestione dell’emergenza. Rispetto alla media nazionale, in Puglia l’offerta di assistenza territoriale risulta sottodimensionata con riferimento alla gran parte dei servizi, nonostante un fabbisogno di prestazioni superiore.
Anche la spesa in conto capitale degli enti territoriali è aumentata nel 2020, sia nella componente degli investimenti, soprattutto in opere pubbliche, sia in quella dei trasferimenti. Per effetto di tale dinamica, il divario di spesa in termini pro capite rispetto alla media nazionale è divenuto positivo, dopo esser stato negativo negli ultimi venti anni.
La digitalizzazione dell’economia
Lo sviluppo digitale è un fattore indispensabile per sostenere l’innovazione e la competitività di un territorio e per promuovere le competenze e l’inclusione sociale, garantendo anche la fruizione di servizi pubblici e privati. Prima della pandemia la Puglia registrava un ricorso alle tecnologie digitali inferiore alla media nazionale.
Tale ritardo era particolarmente accentuato con riferimento alle imprese, e ha penalizzato la diffusione dello smart working durante la pandemia. Sul minor utilizzo delle tecnologie digitali ha influito anche la scarsa diffusione delle competenze informatiche fra la popolazione.
Per quanto riguarda le infrastrutture di connessione e l’offerta di servizi on-line da parte degli enti locali, la Puglia era invece in linea con la media nazionale.
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