L’importanza del Copyright nell’era digitale

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Il sistema di copyright, basato sulla creazione e distribuzione di copie, si ritrova a dover fronteggiare le nuove istanze poste dall'avvento delle tecnologie digitali e telematiche, che hanno rivoluzionato il modo di creare, duplicare e distribuire le creazioni intellettuali.

Cos’è il copyright? Questa è sicuramente una delle domande più frequenti non solo tra gli studenti di diritto: la materia è infatti estremamente complessa e tocca una serie di ambiti diversi, da esaminare con attenzione. Oggi lo scopriremo insieme.

Cos'è il Copyright?

Copyright significa letteralmente diritto di copia, ma viene comunemente usato con il diverso significato di divieto di copia e ha lo scopo di comunicare a chiunque il divieto di riprodurre in qualsiasi modo un’opera intellettuale senza il preventivo consenso del legittimo autore.

La principale funzione del copyright è quella di dare la certezza circa la paternità di un’opera e si realizza concretamente attraverso la possibilità di fornire documentazione inequivocabile comprovante la data della prima pubblicazione dell’opera. L’obiettivo è quello di evitare ogni eventuale e successivo tentativo di plagio e/o contraffazione da parte di terzi.

La tutela del copyright si estende a tutte le opere dell’ingegno (ad esclusione ovviamente delle semplici idee) che sono considerate tali nella legge sul diritto d’autore e si ottiene principalmente attraverso il deposito di un’opera inedita presso la SIAE Società Italiana Autori ed Editori oppure presso un organismo pubblico, come ad esempio un Notaio nella sua qualità di pubblico ufficiale.

Diritti d'autore e rivoluzione digitale

La rivoluzione digitale ha preso piede sempre di più: l’attività di creazione, rielaborazione e diffusione di opere creative è diventata ormai a portata di tutti, ma ha allo stesso tempo scaturito una serie di interrogativi in merito ai diritti di tutela.

Con l’avvento di Internet, i contenuti hanno iniziato a circolare in maniera virale facendo diventare davvero complicato il loro controllo e monitoraggio. Internet livella i contenuti e li classifica secondo alcuni parametri (SEO): tutto viene diffuso attraverso i motori di ricerca, che forniscono risultati in base alle chiavi di ricerca inserite.

Ogni secondo vengono pubblicati una quantità infinita di nuovi contenuti e di opere creative, che finiscono sul web e vengono condivise in modo virale su tutti i social network. Il diritto, purtroppo, non ha le stesse tempistiche della tecnologia, motivo per cui ci si ritrova in una condizione ingestibile: milioni di utenti hanno la possibilità di condividere contenuti in maniera immediata e nel caso in cui si appurasse un plagio o una violazione di copyright, le norme giuridiche non riuscirebbero a contenere e gestire in modo energico il danno avvenuto. Questo perché le norme non sono al passo con i tempi e non sono riuscite a seguire l’evoluzione digitale.

In un vuoto normativo così lampante, soggetti come Facebook, Google e Twitter hanno deciso di muoversi autonomamente con regole e policy scritte: gli utenti si ritrovano così a sottoscrivere le regole e ad accettarle come se fosse un contratto. Tutte le volte che un utente si registra, deve infatti accettare i termini d’uso, anche se c'è da dire che tutte queste regole sono state scritte da soggetti privati e pertanto non hanno una valenza internazionale e condivisa.

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